Carmen Consoli, la “cantantessa” dalla voce inconfondibile e dallo stile unico, festeggia mezzo secolo di vita e di successi musicali. Nata a Catania il 4 settembre 1974, Consoli ha conquistato il pubblico con la sua energia rock, le melodie nostalgiche e i testi autoironici, diventando una delle icone del cantautorato femminile italiano. E’ stata la prima artista italiana a calcare il palco dello Stadio Olimpico di Roma, l’unica italiana a partecipare in Etiopia alle celebrazioni dell’anniversario della scomparsa di Bob Marley, si è esibita come headliner a Central Park, ha segnato 3 sold out di fila a New York, ha fondato una sua etichetta, si è ispirata a Verga e alla mitologia, ha portato nelle sue canzoni anche l’arabo e il francese, è stata la prima donna nella lunga storia del Club Tenco a vincere la Targa Tenco come Miglior Album dell’anno con “Elettra”, è stata nominata Goodwill Ambassador dell’Unicef e Ambasciatrice del Telefono Rosa, ha vinto il premio Amnesty Italia per “Mio zio”: la carriera di Carmen Consoli è costellata di primati. Unicità canora, compositiva e interpretativa e un suono in continua evoluzione valorizzato dalla sua verve di performer grintosa e passionale, fanno di Carmen Consoli un’artista fuori da ogni etichetta. Dal rock al cantautorato, dal pop più elegante al folk tradizionale, sempre all’insegna di uno stile unico e originale. Poche cantautrici italiane possono vantare i traguardi raggiunti da Carmen Consoli negli ultimi 25 anni. La particolarità della sua voce – un contralto purissimo e profondo – l’ironia irresistibile, l’esuberanza, ma anche la fragile delicatezza delle sue canzoni l’hanno imposta come una delle icone della scena italiana a cavallo tra fine anni 90 e nuovo Millennio, mentre il suo personaggio, sempre fresco e anticonvenzionale, è entrato subito nel cuore delle nuove generazioni.
Ma al di là delle celebrazioni per una carriera costellata di collaborazioni prestigiose e riconoscimenti, Carmen Consoli, in un’intervista al Corriere della Sera, pubblicata lo scorso luglio, si interroga su un tema di grande attualità: l’importanza dello studio per le nuove generazioni. Da madre di un bambino di undici anni, Consoli si trova a dover spiegare al figlio il valore della formazione in un mondo in cui gli influencer, con i loro successi apparentemente facili e immediati, sembrano rappresentare un modello alternativo a quello tradizionale dello studio e dell’impegno. “A mio figlio dico che c’è il cibo che nutre il corpo e il cibo che nutre il cervello”, dichiara la cantautrice, sottolineando l’importanza di “nutrire” la mente con la cultura e la conoscenza. Ma come competere con l’eco mediatica di chi, senza apparente sforzo intellettuale, sembra aver raggiunto fama e ricchezza? La riflessione di Consoli, condivisa con l’amico Max Gazzè, mette in luce un dilemma comune a molti genitori: come trasmettere ai figli la passione per lo studio in un’epoca in cui la velocità, la semplificazione e l’apparenza sembrano prevalere sull’approfondimento e la conoscenza?